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Sarah Imbert, da New York a Lecci: il viaggio di una vita

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Portrait de Sarah Imbert

Sarah Imbert, da New York a Lecci, u viaghju d'una vita.

Sarah Imbert, laureata in storia, scrive ora la sua presso il rinomato Domaine de Torraccia, a Lecci, vicino a Porto-Vecchio.

L'avventura è iniziata nel 1993, quando ha seguito Marc Imbert in Corsica. Lei aveva 23 anni, lui 25. Si sono conosciuti a New York. Una sera i loro occhi si incrociarono... e non si lasciarono più. Quando Marc le chiese di venire in Corsica, lei rispose con il suo accento americano: "Perché no?

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Non è un adattamento facile per Sarah, che ha una scarsa padronanza del francese. Ma la sua energia, il suo lato "maschiaccio" e la sua curiosità le hanno permesso di fare presto dei progressi.

Parla sempre con ammirazione di suo suocero, Christian Imbert, riconosciuto pioniere e "padre del vino corso moderno", e del lavoro monumentale che ha svolto nel corso dei decenni.

Sarah si descrive come una "multitasking", che gestisce i social network, le esportazioni e le degustazioni. Le sue giornate non sono mai uguali, ma hanno in comune l'entusiasmo, scandito da innumerevoli "Mio Dio!".

"Qui sento di appartenere, sto facendo qualcosa in cui credo". Il suo ruolo risuona pienamente con i suoi valori: rispetto, trasmissione e consapevolezza ambientale.

Venite a trovarla in azienda per visitare la sua cantina: sarà lieta di condividere con voi la storia di questo vigneto corso e dei suoi vini fini, equilibrati ed energici... proprio come lei.

Vignes de Torraccia
Vignes de Torraccia © Corsicatours

1. Origini e arrivo in Corsica

  • Da dove viene esattamente negli Stati Uniti e come descriverebbe il luogo in cui è cresciuto? Sono nato a Dobbs Ferry, in un piccolo sobborgo signorile di New York. Poi ho frequentato una scuola quacchera a New York e alla fine mi sono laureata in storia. Dopo di che mi sarei formata in diritto ambientale.
  • Qual è stato il suo primo contatto con la Corsica? Sono arrivato alla fine dell'estate e tutto era secco e bruciato dal sole. Mi sono chiesto: dove sono i colori in questo Paese?
  • Ti sei sentita subito accolta o è stato un po' un viaggio? Il primo anno è stato difficile: non parlavo molto francese, quindi non capivo tutto... ma ora rido!

2. L'incontro con la tenuta e la famiglia Imbert

  • Qual è stato il suo primo ricordo del Domaine de Torraccia? Marc e suo padre Christian mi hanno portato in giro per la Corsica per presentarmi a tutti come "la fidanzata di Marc", e ogni volta che ci fermavamo i volti delle persone si illuminavano.
  • Cosa l'ha attratta di questa vita? Molte cose, ma soprattutto le chiacchiere, perché anch'io sono cresciuta in un villaggio dove questi momenti contano molto.

3. Il suo ruolo attuale nella tenuta

  • Cosa le piace fare di più? Adoro dare da mangiare alle mie galline! Prima era un'avventura per me, ma ora è un rituale che mi tranquillizza.
  • Cosa la differenzia dalla sua cultura americana nel modo in cui gestisce o interagisce qui? Qui si tratta di dettagli, di dettagli sottili e sfumati. Non è così negli Stati Uniti, dove l'enfasi è spesso sull'efficienza e sulla franchezza; la Corsica mi ha insegnato ad ascoltare le sfumature.

4. La sua visione del vino, del luogo e della trasmissione

  • Quale vino preferisce? Non dovrei dirlo... ma amo bere una bella vasca di rosé.
  • Cosa vorrebbe trasmettere a chi la incontra qui? Invito tutti i visitatori a rispettare il modo in cui vengono fatte le cose e, soprattutto, a rispettare le persone qui.
  • Come vede il suo futuro alla Torraccia? Ho ancora tante cose da fare: perfezionare il mio social network, seguire corsi di fotografia e persino imparare a cucire.

5. Intimità, emozione, originalità

  • I corsi pensano subito al junk food americano, e hanno ragione! Quanto agli americani, non conoscono la Corsica, ma conoscono Napoleone, il simbolo dell'ambizione smodata e della volontà di potenza.
  • Quale parola corsa le piace particolarmente? Mi piacciono i nomi di battesimo Xavier e Lezia. Mi piacciono anche le espressioni Comu sé? Va bè! - Come stai? Ça va!" - e soprattutto non riesco a trattenere le lacrime quando ascolto Dio vi salvi Regina, una canzone corsa considerata un vero e proprio inno nazionale.
  • E se potessi parlare con la "te" del passato, nel momento in cui hai detto "sì" a questa vita... cosa le diresti? Hai fatto bene a cambiare il vestito e i tacchi con pantaloncini e scarpe da ginnastica! La tua vita è bellissima!

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